COMUNICATO
STAMPA
Ciò che è accaduto a Torino nella giornata di ieri, 9
dicembre, non ha precedenti nella storia della città nel dopoguerra. Non
rendersene conto a tutti i livelli sociali, politici e istituzionali sarebbe un
gravissimo errore di irresponsabilità, tanto più dopo l’insipiente
sottovalutazione dimostrata fin dai giorni precedenti di fronte ad atti e
dichiarazioni pubbliche di chi ha dato vita al fantomatico “Comitato per la
rivoluzione”.
Nessuno può negare il profondo malessere presente in tutte
le forze sociali medio-basse. Non escludendo le categorie dei commercianti e
degli ambulanti tartassati dalle tasse e colpiti nei loro redditi dalla crisi
che ha ridotto drasticamente i consumi delle famiglie.
Più che legittimo quindi il loro diritto di esprimere nel
rispetto della legalità il loro malessere per scuotere l’inerzia dell’attuale
Governo.
La giornata di protesta è stata però promossa dal
fantomatico “Comitato per la rivoluzione” che sin dalla fase preparatoria ha
assunto attraverso messaggi largamente diffusi via Facebook un carattere
chiaramente eversivo. Lunedì 2 dicembre su “La Stampa” veniva riferito di
un’affollata assemblea di carattere organizzativo per la giornata di protesta,
nel corso della quale uno dei capi dell’oscuro movimento si esprimeva in questi
termini: «Dobbiamo costringere gli inquilini di Montecitorio a dimettersi e
costituire un governo di emergenza con una figura militare di riferimento».
Nei gironi scorsi spuntavano fuori i “Forconi”, noti per le
loro gesta in Sicilia, quando promossero uno sciopero selvaggio degli autotrasportatori
con blocchi stradali al di fuori delle organizzazioni sindacali del settore.
Ai “Forconi” si affiancavano solidarizzando gruppi
dell’estrema destra come Casa Pound, Forza Nuova, capeggiata da un ex
terrorista nero di terza posizione, ed esponenti di Fratelli D’Italia noti a
Torino per le gesta del loro leader, un ex missino consigliere comunale.
Sin da giovedì scorso pervenivano alla sede dell’Anpi
provinciale numerose segnalazioni preoccupate da parte di negozianti e
ambulanti minacciati con metodi tipicamente mafiosi di tenere abbassate le
saracinesche il giorno 9 e di disertare i mercati rionali.
Una variante di queste intimidazioni era rappresentata
dalla visita negli esercizi pubblici di personaggi che si qualificavano come
agenti in borghese della Questura incaricarti di consigliare agli esercenti di
chiudere bottega nella giornata di lunedì per evitare gesti sconsiderati.
L’Anpi ha ritenuto doveroso informare immediatamente le
autorità cittadine, nella fattispecie la Prefettura, la Questura, il Sindaco e le
associazioni di categoria, perché venissero assunte immediate misure per
individuare i provocatori informando tempestivamente la cittadinanza.
La risposta della Questura è stata di non aver ricevuto
nessuna denuncia specifica a riguardo. Anzi, il questore invitava l’Anpi a
smentire un comunicato diramato nel quale si denunciava quanto stava accadendo
in città.
La Prefettura
invece assicurava che tutto era monitorato, di non fare allarmismi, perché le
situazione era sotto controllo.
L’Associazione Commercianti, malgrado le numerose
segnalazioni di intimidazioni ricevute dai loro associati, non riteneva di
lanciare una pubblica diffida invitando i suoi iscritti a respingere ogni
minaccia e quindi tenere aperti i negozi.
Ancora più sorprendente e preoccupante è l’assenza totale
di iniziative da parte delle forze politiche della sinistra sollecitate a
svolgere nelle giornate di venerdì e sabato un’azione di informazione in tutti
i quartieri della città con un classico volantino per smascherare l’azione
chiaramente eversiva del cosiddetto “Comitato per la rivoluzione”. Nulla è
stato fatto: l’attenzione era rivolta alle cosiddette “primarie”.
La Cgil
si limitava ad allertare le sedi periferiche per sorvegliarle, onde scongiurare ogni eventuale
aggressione. Nessuna iniziativa unitaria tra le tre organizzazioni (Cgil, Cisl
Uil,) veniva assunta.
Pura apprezzando il pensate lavoro svolto dalla Polizia di
Stato per sedare gesti di violenza e di puro teppismo messi in atto in vari
punti della città, va rilevato che numerosi blocchi stradali (soprattutto
all’imbocco delle vie di entrata e di uscita e in molte piazze periferiche)
sono stati totalmente in balìa dei gruppi violenti che con atti illegali hanno
impedito la libera circolazione compiendo gravi atti vandalici.
I famosi idranti in dotazione alla polizia annunciati dal
ministro Alfano per liberare i blocchi stradali non si sono visti.
Riteniamo che l’Anpi abbia doverosamente denunciato
preventivamente ciò che sarebbe accaduto alle autorità rappresentanti lo Stato
in città. Ma non solo: attraverso le Sezioni del capoluogo e della Provincia è
stata svolta un’azione di informazione e di vigilanza sui mercati, sugli
esercizi pubblici e nei confronti della cittadinanza.
Ringraziamo tutti i nostri iscritti vecchi e nuovi
riconfermando il nostro impegno nella difesa della democrazia, nella lotta
contro ogni insorgenza neofascista e per la tutela della nostra Costituzione.
La Presidenza
Provinciale dell’Anpi
Torino, 10 dicembre 2013
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