Cari amici, cari compagni e care compagne,
l'anno che sta per lasciarci non è stato
tra i più felici del dopoguerra; non è stato sicuramente ciò che sognavano i
nostri padri, i nostri fratelli che settant'anni fa hanno sconfitto nel corso
della guerra di Liberazione il nazifascismo ed hanno liberato l'Italia dalla
dittatura durata vent’anni.
Luci ed ombre, certo, ma prevalenti le
seconde per milioni di famiglie italiane, uomini, donne, giovani in particolare
privati del bene primario, il lavoro che sta tra le fondamenta della nostra
Repubblica come recita l'articolo 1 della Costituzione, il testamento che ci
hanno lasciato i nostri Caduti.
Le Istituzioni Repubblicane da troppo
tempo sono in crisi a partire dal Parlamento, conseguenza diretta del marasma
in cui si trovano i partiti che dovrebbero
invece rappresentare i cittadini nelle sedi deputate. Il nostro Paese sta
soffrendo maggiormente le conseguenze della mondializzazione della crisi
economica e finanziaria anche perché negli ultimi trent’anni il debito pubblico
è cresciuto vistosamente, la corruzione è aumentata e le disuguaglianze si sono
accentuate.
Dall’inizio degli anni Ottanta il
malgoverno è stato imperante, mentre i beni comuni, materiali e immateriali
(l’acqua, il paesaggio, la conoscenza, l’ambiente, l’informazione, la cultura,
l’accesso a internet, l’aria, il lavoro) hanno subito violenza oppure sono
stati totalmente trascurati.
L’ANPI, la nostra antica Associazione fondata nel 1944 dai
partigiani combattenti, sta conoscendo una nuova stagione con l’irrompere tra
le nostre fila di migliaia e migliaia di giovani, con il loro entusiasmo, la
loro voglia di conoscere, di impegnarsi, di lottare.Questi giovani ci dicono “Questa
Italia, così com’è non ci piace”. La nostra Associazione, che non è un
partito, deve trasmettere loro memoria, non nostalgia, per meglio
combattere le tante battaglie che ci stanno di fronte.
Prima fra tutte l’insorgenza di pericolose
forme di neofascismo. Ecco perché i quattro pilastri su cui si regge l’ANPI
sono: antifascismo, Costituzione, giustizia-legalità, uguaglianza-solidarietà.
E per uguaglianza non intendiamo, come qualche stolto vorrebbe far credere,
egualitarismo: semplicemente vogliamo che si dia attuazione, dopo oltre
sessant’anni, al secondo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione: “E’
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Care compagne, compagni e amici, non
dobbiamo inventare nulla! Disponiamo già di un bellissimo progetto per il
presente e per il futuro: la nostra Costituzione, che consideriamo un bene
comune quale fondamento della comunità, che la unisce e proietta in un futuro
di emancipazione. Difendiamola e impegniamoci per la sua attuazione con tutte
le nostre forze!
Il contributo di tutti Voi è fondamentale
per raggiungere nuovi obiettivi ed anche per dare un senso più pregnante alla
nostra esistenza. Credetemi: aiuta a vivere.
Auguro a voi tutti e alle vostre famiglie un buon fine
anno e un sereno 2014.
Diego
Novelli
a nome della
Presidenza Provinciale
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