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Luciano Domenico ragazzino partigiano

Come morì il ragazzino partigiano
Abbiamo letto su Patria n. 10/11 del 2009 la lettera della professoressa Elena Ottolenghi-Vita Finzi a ricordo
del partigiano Franco Cesana di 13 anni che si richiamava a Gino Sant “Belpasso”, giovanissimo Caduto
per la libertà.
Noi, partigiani della Sezione ANPI “Dante Di Nanni”, portiamo a conoscenza che un ragazzino di appena 11 anni fu ucciso dai fascisti delle brigate nere mentre faceva la staffetta partigiana.
Questo accadeva a Givoletto in provincia di Torino il 23 febbraio 1945, in un cascinale dentro il quale erano rifugiati i partigiani dell’11a Brigata Garibaldi della Val di Lanzo in trasferimento verso Marentino.
Ci fu una battaglia e i partigiani rimasero senza munizioni; il comandante, gravemente ferito, chiamò Luciano Domenico e gli disse di sventolare la sua maglia bianca in segno di resa. Il nemico non ebbe rispetto né per il simbolo né per il bambino: una raffica di mitra raggiunse Domenico che stramazzò sull’erba.
Al pomeriggio, avuta la notizia, Cesare Mondon, Guido Carbi e Modesto, partigiani della 17ª Brigata Garibaldi, scesero da Valle della Torre e giunsero sul luogo dell’eccidio; qui, aiutati dai contadini della zona, recuperarono i 9 partigiani caduti e li adagiarono su un carro trainato dai buoi per portarli al cimitero
di Givoletto. Dopo aver deposto sul carro gli otto partigiani massacrati, toccò a Guido Carbi caricare per ultimo Luciano Domenico ancora pieno di sangue.
Carbi svenne per il dolore e la commozione.
(Romualdo Siccardi e Luigi Scanferlato – Torino)

Questa lettera è stata scritta e consegnata personalmente dai partigiani Siccardi e Scanferlato al Direttore di Patria in occasione del 15° Congresso di Torino. 

L'articolo è consultabile al seguente link:
http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2011/02-3_LETTERE_1.pdf

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