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Stazzema, la Germania ci ripensa e riapre le indagini sulla strage

Le vittime furono 560 tra uomini, donne e bambini che abitavano nel paese sulle montagne lucchesi. Tre SS sono ancora in vita

La corte federale di Karlsruhe ha annullato la decisione della procura generale di Stoccarda che, nel maggio dell’anno scorso, si era opposta alla riapertura delle indagini per la strage nazista di Sant’Anna di Stazzema. Gli atti sono stati trasmessi alla procura di Amburgo, dove risiede l’ex SS Gherard Sommer, condannato in Italia all’ergastolo perché riconosciuto colpevole dell’eccidio che costò la vita a 560 tra uomini, donne e bambini che abitavano nel paese sulle montagne lucchesi.
A STOCCARDA - Nell’ottobre 2012 fece grande clamore la decisione della procura di Stoccarda di proporre l’archiviazione per la strage del 12 agosto del ’44: dopo 68 anni, secondo la tesi dei pm tedeschi, non ci sarebbe stato nessun rilievo oggettivo in grado di indicare precisamente i colpevoli di una delle peggiori carneficine della mattanza nazista in Italia. Una decisione che scatenò forte indignazione da parte delle istituzioni, perché quell’archiviazione equivaleva a rinunciare a cercare gli assassini di 560 civili trucidati a sangue freddo, bruciati nelle chiese e nelle case, fatti esplodere con le bombe, braccati nei campi. Tra questi, 107 bambini (la più piccola aveva 20 giorni), una donna con le doglie, la famiglia Tucci (madre e 8 figli), 29 adolescenti, tantissime donne, persino tre ultra ottantacinquenni. L’avvocato che a Stoccarda segue il processo per conto dei superstiti e dei parenti delle vittime, Gabriele Heinecke, annunciò subito ricorso.
LE CONDANNE MAI ESEGUITE - In Italia sono stati processati e condannati all’ergastolo 10 ex militari tedeschi. Le sentenze sono state confermate dalla Cassazione, ma mai eseguite. La procura generale di Stoccarda, due anni fa, decise di non procedere nei confronti dei superstiti, tutti ultranovantenni e nel frattempo scesi a cinque. Ora sono tre quelli ancora in vita, ma la decisione odierna della corte federale di Karlsruhe apre la possibilità di una incriminazione per il solo Sommer, poiché gli altri due sono stati ritenuti incapaci di stare in giudizio. «ASSENZA DI PROVE» - L’inchiesta, partita nel ’96 da parte dei pm tedeschi (dopo il rinvenimento dei documenti dell’«Armadio della Vergogna», le cartelle sulle inchieste condotte dopo l’armistizio sui crimini di guerra nazisti e nascoste per motivi diplomatici, nel clima di «riappacificazione» tra Italia e Germania), e che ha avuto una svolta nel 2002, ha portato però la procura di Stoccarda ad affermare che per l’assenza di prove documentali è impossibile stabilire con certezza che «si trattò di un’azione di sterminio contro la popolazione civile programmata e ordinata sin dall’inizio». E oggi, a distanza di quasi due anni dallo sdegno sollevato dall’archiviazione dell’indagine, i sopravvissuti di Stazzema tornano a sperare di ottenere giustizia, anche se 70 anni dopo.
IL SUPERSTITE - «È una buona notizia, ma ora bisogna far presto. Siamo tutti troppo vecchi». Enrico Pieri è il presidente dell’associazione fra i familiari dei martiri della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema (Lucca). La decisione della corte federale di Karlsruhe, che ha dato il via libera alla riapertura dell’indagine, arriva al termine di un iter avviato da Pieri, che si oppose alla decisione della procura di Stoccarda di archiviare l’inchiesta. Pieri è un superstite della strage, nella quale vennero uccisi i suoi genitori e le sue due sorelle. «Stavolta spero proprio che si vada in fondo - spiega Pieri - anche se gli imputati ormai avranno più di 90 anni. Non so nemmeno in quanti siano ancora vivi». «Dopo tutti questi ricorsi - continua - io sono un po’ stanco. Ma devo ringraziare il mio avvocato, Gabriele Heinecke, che mi ha convinto ad andare avanti».

Fonte: Corriere Fiorentino

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