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COMMEMORAZIONE DELLA BATTAGLIA DI CERESOLE AGOSTO 2014


COMMEMORAZIONE DELLA BATTAGLIA DI CERESOLE
 
In merito alle celebrazioni che ricordano la Battaglia di Ceresole, che vanno dal 7 al 15 agosto come da programma, aggiungiamo qui un breve affresco di quei momenti, inviato dall’amico Fulvio Seren Rosso, tratto dalle parole di suo padre Guglielmo, Partigiano “Tarzan”, che fu protagonista di quegli eventi, e testimone della morte di Battista Goglio “Titala”.             

 Mio papà, con i suoi compagni di brigata, era appostato sulle pendici del monte, sopra ai Chiapili.
La battaglia ebbe inizio, se non ricordo male, il 29 luglio fra Cuorgnè e Valperga per terminare l’11 agosto sui monti di Ceresole.

Titala era al comando della 77ª e la forza era di circa 400 unità.
Di fronte lo stato maggiore del fascio, Pavolini, Borghese con la famigerata Xª Mas che rimase ferito in un posto dove non batte il sole e a qualche migliaio di nazifascisti che, nelle giornate dopo il 29, misero a fuoco le case di Valperga ed uccisero diverse persone. Ma, a riguardo di Pavolini, ferito a pochi passi dai partigiani, costoro non lo riconobbero, in quanto pare non vestisse abiti che lo facessero riconoscere.
Vista la grande differenza di forze in campo, Titala ed il comandante della 49ª Ciciolo si spostarono verso la parte alta della valle, a Noasca.
Guglielmo Seren Rosso “Tarzan”
Titala diede ordine di far rotolare sulla strada per Ceresole, massi e pietre, così da rallentare l’avanzata dei mezzi dei nazifascisti. E la mossa ebbe successo.
Con i partigiani delle due brigate c’erano anche un gruppo di jugoslavi (non ricordo il nome del comandante) e cecoslovacchi ed una squadra GL.
Fra il 3 e 4 agosto salirono verso Ceresole ed inflissero pesanti perdite ai nazifascisti.
I quali si ritorsero contro la popolazione.
A Ceresole interenne un reparto specializzato tedesco, gli Alpenjager, che riuscirono a far indietreggiare i partigiani e molti furono i caduti nelle fila dei combattenti. Tra questi Titala.
La sua morte, mio padre la descrisse così: “… lui dirigeva le operazioni ed ogni tanto, da dietro ad un roccione, metteva fuori la testa e con il binocolo osservava le mosse dei nazifasciti.
Fu in un momento che lo vide scivolare con la testa “aperta” da una sventagliata di mitragliatrice. Subito non si resero conto, ma poi poco dopo, subentrò un grande dolore e un grande vuoto.


Ritratto di Goglio Battista  in Archivio Istoreto, fondo Associazione nazionale famiglie martiri e caduti per la liberazione
[IT C00 FD7634]

La Xª Mas  riuscì ad entrare in Ceresole e si spinse poi verso il Nivolet.
Disperazione e angoscia, mancanza di direzione. Ma ci fu chi riuscì a scuotere quei giovani eroi, che valicarono il passo e si portarono in zona tranquilla verso Cogne, dove furono ospitati dai partigiani locali.
Questi i ricordi che porto con me, raccolti dalla testimonianza di mio padre e di suoi compagni, purtroppo già mancati.

Fulvio

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