COMMEMORAZIONE DELLA BATTAGLIA DI CERESOLE
In merito alle
celebrazioni che ricordano la Battaglia di Ceresole, che vanno dal 7 al 15
agosto come da programma, aggiungiamo qui un breve
affresco di quei momenti, inviato dall’amico Fulvio Seren Rosso, tratto dalle
parole di suo padre Guglielmo, Partigiano “Tarzan”, che fu protagonista di
quegli eventi, e testimone della morte di Battista Goglio “Titala”.
Mio
papà, con i suoi compagni di brigata, era appostato sulle pendici del monte,
sopra ai Chiapili.
La
battaglia ebbe inizio, se non ricordo male, il 29 luglio fra Cuorgnè e Valperga
per terminare l’11 agosto sui monti di Ceresole.
Titala
era al comando della 77ª e la forza era di circa 400
unità.
Di
fronte lo stato maggiore del fascio, Pavolini, Borghese con la famigerata Xª Mas
che rimase ferito in un posto dove non batte il sole e a qualche migliaio di
nazifascisti che, nelle giornate dopo il 29, misero a fuoco le case di Valperga
ed uccisero diverse persone. Ma, a riguardo di Pavolini, ferito a pochi passi
dai partigiani, costoro non lo riconobbero, in quanto pare non vestisse abiti
che lo facessero riconoscere.
Vista
la grande differenza di forze in campo, Titala ed il comandante della 49ª
Ciciolo si spostarono verso la parte alta della valle, a
Noasca.
Guglielmo Seren Rosso “Tarzan” |
Titala
diede ordine di far rotolare sulla strada per Ceresole, massi e pietre, così da
rallentare l’avanzata dei mezzi dei nazifascisti. E la mossa ebbe
successo.
Con
i partigiani delle due brigate c’erano anche un gruppo di jugoslavi (non ricordo
il nome del comandante) e cecoslovacchi ed una squadra GL.
Fra
il 3 e 4 agosto salirono verso Ceresole ed inflissero pesanti perdite ai
nazifascisti.
I
quali si ritorsero contro la popolazione.
A
Ceresole interenne un reparto specializzato tedesco, gli Alpenjager, che
riuscirono a far indietreggiare i partigiani e molti furono i caduti nelle fila
dei combattenti. Tra questi Titala.
La
sua morte, mio padre la descrisse così: “… lui dirigeva le operazioni ed ogni
tanto, da dietro ad un roccione, metteva fuori la testa e con il binocolo
osservava le mosse dei nazifasciti.
Fu
in un momento che lo vide scivolare con la testa “aperta” da una sventagliata di
mitragliatrice. Subito non si resero conto, ma poi poco dopo, subentrò un grande
dolore e un grande vuoto.
Ritratto
di Goglio Battista in
Archivio Istoreto, fondo
Associazione
nazionale famiglie martiri e caduti per la
liberazione
[IT
C00 FD7634]
La
Xª Mas riuscì ad entrare in
Ceresole e si spinse poi verso il Nivolet.
Disperazione
e angoscia, mancanza di direzione. Ma ci fu chi riuscì a scuotere quei giovani
eroi, che valicarono il passo e si portarono in zona tranquilla verso Cogne,
dove furono ospitati dai partigiani locali.
Questi
i ricordi che porto con me, raccolti dalla testimonianza di mio padre e di suoi
compagni, purtroppo già mancati.
Fulvio
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