Passa ai contenuti principali

Celebrazione in ricordo di Eusebio Giambone a Camagna

Programma della giornata

Ore 10,30 Ritrovo delle autorità e delle delegazioni in piazza Lenti e deposizione fiori alle lapidi partigiane. Breve allocuzione di Luca Beccaria

Ore 11,00 Formazione del corteo da p.za Lenti, a via M. Giambone e deposizione fiori alla casa Giambone.

Seguirà la commemorazione della Medaglia d'Oro al Valore Militare: Eusebio Giambone

Saluto del sindaco: Claudio Scagliotti

Saluto della delegazione della Circoscrzione IV di Torino: Sara Cariola

Saluti del presidente della Sezione ANPI Dante di Nanni di Torino: Olgher Gargioni

Saluti della Sezione ANPI di Ovada: Flavio Gaggero

Saluti del Presidente ANPI Camagna: Luigi Sanlorenzo

Lettura di alcune poesie partigiane.

Interverrà, a portare la presenza dell'ANPI Provinciale di Torino, il Presidente dei garanti ANPI provinciale: Angelo Boccalatte

Oratore ufficiale: Massimo Bisca - Presidente ANPI Provinciale di Genova.

Al termine pranzo presso il ristorante
La Rocca di Camagna

BEN VENGA LA TUA CASA DI CAMAGNA A FARSI CIELO DELLA RESISTENZA!
A Eusebio Giambone
Gridasti "Viva l'Italia libera!" eppur stavi morendo. Il tuo aldilà siamo noi che ti rammentiamo sessantanni dopo! Eusebio, eri comunista fin nelle viscere. Vedesti nascere nel '36 il governo popolare di Leon Blum. Fosti l'usignolo rosso lungo il Rodano, caro a Van Gogh. Nel '37 in Spagna cadeva il fratello Vitale a Huesca, come un gufo sulla porta di Madrid, per menar malora ai fascisti.
Amico Eusebio, dal nome arcano, qual padre della Chiesa, non volesti confessare al prete i tuoi peccati. Difendere i poveri non era colpa! La tua semplicità contadina resterà eguale a un'esplosione di primule in vetta alla collina.
Ben venga la tua stretta casa di Camagna a farsi Cielo della Resistenza su quest'inferno che ancor ci attanaglia. Dall'alto, con la fatica di Piero e i vetri d'Aurelio, splenderà, quasi fosse eterna l'ora che passasti in punto di morte a scrivere alla sposa Luisa, alla figlia Gisella e ai proletari della Terra. Dai fossi e dalle vigne sgorghino le più tenere viole perché l'uomo della strada riviva quel maledetto Cinque Aprile del Martinetto Compagno Eusebio, per te canteremo l'Internazionale come cittadini del mondo sulle rive della Senna.
Sulla folla poi si leverà ad ali piegate "Fischia il vento e infuria la bufera..." e i ciliegi in fiore di Camagna inonderanno l'aria di petali come parole tue che quel giorno del '44 lasciasti in eredità a un'Umanità libera che sognavi! Si sciolga per sempre la neve che è di stanza nel cuore dei carnefici!

Jean Servato partigiano e poeta

Eusebio Giambone

Nato a Camagna Monferrato (Alessandria) il 1° maggio 1903, fucilato a Torino il 5 aprile 1944, operaio, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Figlio di un ferroviere che era stato trasferito a Torino, Eusebio, dopo aver frequentato una scuola tecnica, trovò il suo primo lavoro, come tornitore, in una piccola officina. Nel primo dopoguerra, membro della Gioventù socialista, ebbe modo di conoscere Antonio Gramsci e il gruppo di militanti organizzati intorno all'Ordine Nuovo.Nel settembre del 1920, Giambone partecipa all'occupazione delle fabbriche. Assolto in un processo nel quale lo si accusava di aver fabbricato illegalmente armi automatiche, il giovane s'impegna, al sorgere del fascismo, nelle squadre di difesa operaia. Nel dicembre del 1922, dopo le violenze dei fascisti di Brandimarte a Torino, fu costretto a riparare in Francia. Vi restò tredici anni e per tutto quel tempo fu uno dei dirigenti, nella regione del Rodano, dell'Unione popolare italiana, che organizzava i nostri emigrati. Nel 1937 Giambone fu colpito dalla morte di uno dei suoi quattro fratelli, Vitale, caduto in Spagna, combattendo a Huesca contro i franchisti. Nell'inverno del 1940 l'emigrato italiano è arrestato a Lione, dove abitava con la famiglia, incarcerato e poi internato nel campo di Vernet. Quando, nel luglio del 1941, i francesi di Vichy consegnarono Giambone alla polizia italiana - dopo avergli fatto attraversare ammanettato mezza Francia - dovette scontare il confino a Castel Baronia (una piccola colonia di internamento in provincia di Avellino), sino a che Mussolini non cadde. Pur avendo la possibilità di attendere in Campania l'imminente arrivo degli Alleati, nell'agosto del 1943 Eusebio Giambone riesce, dopo un viaggio avventuroso, a raggiungere Torino, dove riprende subito l'attività politica e, dopo l'armistizio, cura l'organizzazione della Resistenza nelle fabbriche della città. Rappresentante del PCI nel primo Comitato militare del CLN regionale piemontese, Giambone diede un gran contributo alla creazione della rete organizzativa militare del capoluogo piemontese. Il 31 marzo del 1944, catturato dalla polizia fascista con altri membri del Comitato, il dirigente comunista, gravemente compromesso dai documenti che gli erano stati trovati addosso, seppe affrontare con grande coraggio gli interrogatori e il processo, rivendicando il diritto di battersi per la libertà. Prima di essere fucilato, con sette dei suoi compagni di lotta, da un plotone di militi della GNR al Poligono del Martinetto, Giambone scrisse alla moglie Luisa e alla figlia Gisella due lettere, che rimangono tra i documenti più elevati della Resistenza e che, nel 1952, sono state pubblicate nel volume Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana. La motivazione della Medaglia d'Oro a Giambone dice: "Modesto operaio, animato da purissima fede, accorreva all'appello della Patria oppressa. Infaticabile organizzatore e combattente audace sapeva trasfondere ai compagni di lotta lo stesso entusiasmo che lo animava per la causa alla quale aveva dedicato tutto se stesso. Catturato dal nemico, processato e condannato a morte, affrontava impavido il plotone di esecuzione e nel cadere sotto la raffica del piombo nemico lanciava, con l'offerta della sua vita, l'estrema invocazione alla Patria. Luminosa figura di combattente della libertà". Dopo la fucilazione di Eusebio Giambone, hanno preso il suo nome la XIX Brigata Garibaldi e un distaccamento della 181a. Dopo la Liberazione, la città di Torino ha dedicato una strada all'eroico combattente antifascista.

Fonte approfondimento Giambone: ANPI Nazionale Roma

Commenti